Mr Bones sa guardarti negli occhi e leggervi dentro la tua storia. Non per giudicare, ma per custodire. È un testimone silenzioso delle tue verità più nascoste.
Ascolta le tue confidenze fino a tarda notte, quando il mondo sembra addormentato e solo il suono della tua voce gli accarezza l’anima, confondendosi con il fruscio delle foglie. In quel silenzio, ogni tua parola diventa per lui una preghiera.
È quell’ombra fedele che si profila accanto alla tua, non per imitazione, ma per una consonanza di spirito. Le sue quattro zampe non conoscono esitazione: accelerano quando corri, rallentano se sei stanco, si fermano solo quando ti volti a guardarlo. Perché lui non vuole perderti, ma soprattutto non vuole che tu ti perda. È un’ombra sinuosa che danza insieme a un’altra, in un balletto dove il conduttore è l’affetto.
Mr Bones è il compagno da cui Willy, un giramondo dallo spirito inquieto e contraddittorio, incline alla poesia, non si separerebbe mai. È l’unico essere capace di decifrare le sue contraddizioni, di vedere l’armonia dove gli altri vedono solo caos. Willy, un’anima che sembra volare troppo vicino al sole, a volte incline a bruciarsi le ali. Eppure, anche quando quest’uomo sembra fare di tutto per disperdere la propria vita, Mr Bones rimane al suo fianco. Non per trattenere Willy dai suoi voli, ma per ricordargli che ogni suo gesto – persino quelli più sconsiderati – contiene un frammento di pura bellezza, che i suoi sogni più folli trapelano innocenti dal suo sorriso.
Quando Willy si avvicina alla fine dei suoi giorni, Mr Bones lo sa già da tempo. Lo percepisce in un respiro più affannoso, in un tremore della mano, in uno sguardo che comincia a guardare altrove, verso orizzonti che un cane non può comprendere. È una conoscenza antica, fatta di istinto e di puro amore, che precede ogni diagnosi.
Giunto il momento fatale, la consapevolezza di non poterlo più rivedere diventa una voragine insopportabile. La linfa vitale sta per abbandonare il suo corpicino stanco, quando si sdraia a pancia all’aria, in un gesto di suprema fiducia e vulnerabilità, offrendosi in sacrificio a un Dio che forse assomiglia a Willy. È un’offerta d’amore, nella speranza folle e devota di poterlo raggiungere.
D’ora in avanti, il mondo perde i suoi colori. Mr Bones dovrà affrontare prove difficili, un esilio in una terra straniera che è ancora questa terra. Si confronta con un genere umano diverso, fatto di persone che non sanno più ascoltare il linguaggio del silenzio. Ogni volto che incontra possiede un codice comportamentale e un linguaggio che mutano di continuo, un labirinto di suoni e intenzioni in cui è facile smarrirsi. Mr Bones ha paura. La sua coda, un tempo un metronomo di gioia, ora è spesso bassa.
Ma in quel buio, una certezza rincuora la sua anima afflitta: esiste un posto, di cui Willy gli ha parlato nelle sere più calme, chiamato Timbuctú. Non è solo un nome su una mappa, ma una promessa. Willy lo descriveva come una terra di deserti infuocati dove la sabbia canta melodie antiche, e dove uomini e animali, finalmente, parlano la stessa lingua. Un luogo dove non servono più le parole per farsi comprendere.
È il posto dove Willy gli ha dato appuntamento per l’ultimo viaggio, e che Mr Bones, nella sua solitudine, vede ormai come un miraggio che tremola nell’aria, un richiamo costante.
E forse, alla fine del suo cammino, quel miraggio si farà reale. Solo lì, in quel regno di luce e sabbia, i frammenti del suo cuore di cane potranno ricongiungersi in un unico, potente battito. E lui, finalmente, potrà correre di nuovo, scodinzolando dolcemente, per tuffarsi tra le braccia di chi lo ha amato in vita, per non separarsene mai più.