
“L’uomo duplicato”
Autore: José Saramago
Editore: Feltrinelli
Anno: 2018
Sei sicuro di essere quello che credi? Scoprilo attraverso la lettura di questo libro pazzesco!
Questo romanzo tocca un tema universale che è quello dell’identità, del doppio che esiste dentro di noi, della paura di perderci in un labirinto le cui pareti riflettono immagini distorte di noi stessi.
Genere:
Libri psicologici
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Recensione
Spiegare la vita è impossibile. Così caotica, contraddittoria, inafferrabile.
Un momento vorresti accarezzare il cielo, tuffarti dentro mille tramonti e subito dopo vieni investito dall’aria gelida di pensieri oscuri.
Spiegare la vita è impossibile ma la letteratura ci viene in soccorso attraverso l’uso delle parole.
Esiste un autore José Saramago che proprio con le parole ha fatto magie. Lui si è seduto accanto a noi, ci ha guardato negli occhi e ci ha detto” La vita è un casino, non si capisce niente ma io cerco di descrivertela così “. Ha preso carta e penna, e ha dato vita a dei capolavori come “Cecità”, ” Il vangelo secondo Gesù Cristo” e “L’uomo duplicato“.
Quest’ultimo romanzo tocca un tema universale che è quello dell’identità, del doppio che esiste dentro di noi, della paura di perderci in un labirinto le cui pareti riflettono immagini distorte di noi stessi.
Leggendo questo libro ci caliamo nella vita di Tertulliano Maximo Afonso che un giorno per svago noleggia un film dalla trama non impegnativa e tra gli attori secondari vede se stesso o meglio un uomo identico a lui. Da qui si innesca nella sua mente un vortice di pensieri ossessivi che lo portano a ricercare lo stesso attore in altri film, identificarlo ad escogitare il modo di incontrarlo di persona. La sua è un’impresa da compiere in solitudine, lasciando fuori il resto del mondo, l’unica entità con cui dialoga è la sua coscienza pronta a punzecchiarlo nei momenti meno opportuni con frasi ironiche e provocatorie. L’inimmaginabile a poco a poco diviene realtà e i due uomini, Tertulliano e il suo doppio si incontrano. Non pensiamo ad un brindisi, tra i due scatta una sorta di rivalità.
Chi è l’originale e chi la copia? Chi sono io? Dove finisco io e dove inizia l’altro? Cosa rimane di me? Qte domande torturano entrambi gli uomini sino a spingerli a compiere una serie di azioni estreme.
Il finale del libro è sconvolgente, geniale. La scrittura di Saramago è anticonvenzionale, è un fiume in piena, i dialoghi sono inseriti senza virgolette in frasi che hanno la capacità di aprirti gli occhi su verità che non avevi preso in considerazione.
Spiegare la vita è impossibile ma Saramago possiede il dono di decodificare con le parole il caos.
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