Avresti mille domande da formulare ma il turbinio dei tuoi pensieri ti toglie la forza di dar loro vita.

Non capisci, sei confusa, sai già che le risposte che attendi resteranno sospese. Vorresti gridare, invece sfoderi uno dei tuoi sorrisi pronti per ogni evenienza.

È allora che si palesano i fantasmi del passato a cui devi rendere conto dentro di te in una perenne lotta d’amore e odio.

Questo Ida lo sa, perché è da ventitré anni che convive con una voragine nel cuore, da quando suo padre, ammalato di tristezza, se n’è andato via di casa senza lasciare traccia.

All’epoca lei aveva tredici anni e le lancette dell’orologio si sono fermate nel momento dell’abbandono, dilatando quell’attimo nel tempo. Ida ora è una donna sposata, vive a Roma ed è tornata a Messina, la sua città natale, per aiutare la madre nella ristrutturazione dell’appartamento di famiglia, prossimo alla vendita. Improvvisamente si ritrova circondata dagli oggetti con cui è cresciuta e deve scegliere quali tenere o buttare, facendo riaffiorare ricordi lontani.

Subito sente ricadere su di sé quella coltre di silenzio che ha sempre avvolto lei e la madre, tenendole a distanza da un dolore comune. La Sicilia irrompe coi suoi profumi, col cibo che racchiude antichi sapori, con quel mare rincuorante e malinconico che culla la memoria.

È proprio al mare che Ida consegna alla fine ciò che ha di più caro, un piccolo oggetto che le ricorda chi è stata e chi ha amato, sentendosi pronta per la prima volta a dischiudere delicatamente la porta del suo mondo interiore. Le lancette dell’orologio tornano lentamente a muoversi in avanti, facendole provare un nascente senso di sollievo.

Con “ADDIO FANTASMI”, edito da Einaudi, la talentuosa autrice NADIA TERRANOVA scandaglia l’animo umano, gettando luce sulle sottili dinamiche psicologiche che vengono messe in atto di fronte al senso d’abbandono.

Con uno stile di scrittura limpido, raffinato, curato nei minimi dettagli, la scrittrice crea un personaggio femminile che lotta strenuamente per patteggiare coi propri fantasmi, coi sensi di colpa, con quei non detti che gravano sulla mente e generano un feroce schieramento di ossessioni.

TERRANOVA esibisce estremo tatto nel toccare il tema della memoria, mostrandoci quanto essa possa essere influenzata da una personale ricostruzione degli eventi e da affinati meccanismi di rimozione. La notte diventa il momento in cui i demoni escono dal buio e si palesano nella loro disarmante efferatezza.

Il rapporto tra Ida e la madre, entrambe superstiti di un abbandono, è stato dipinto in modo veritiero, lasciando campo libero alle fragilità e alle paure di entrambe. Ida vorrebbe scuotere la mamma affinché dalla sua voce escano spiegazioni, rassicurazioni, discolpe, ma la donna deve fare prima i conti con la propria delusione e rabbia inespressa.

È così che il silenzio ammanta ogni possibile confidenza profonda tra le due, che imparano a indossare delle maschere. Il disagio psicologico del padre, restituito a noi lettori attraverso i ricordi della protagonista, viene descritto dall’autrice usando parole rispettose e misurate.