Immagina di essere in cima a una montagna innevata. Di fronte a te si delinea la maestosità di un paesaggio che ti toglie il fiato sino a sgravarti la mente da pensieri futili ed evanescenti.
E mentre ti senti stretto nella morsa di questo bianco infinito, bussa alla porta della tua coscienza una domanda: chi sono io veramente? Cosa rimane di me, una volta depositate le maschere che indosso ogni giorno?
Abbassi, allora, lo sguardo a valle e noti, da lontano, un groviglio di puntini neri che si muovono e animano il panorama sino a calamitare la tua attenzione. Quei puntini sono persone come te, ognuna con una vita gravida di contraddizioni, impercettibili sfumature, momenti eclatanti e cadute rovinose. Sono donne, uomini, ragazzi che cercano di dare un senso alla loro esistenza, così fortemente condizionata da ambizioni e sogni inafferrabili, delusioni e paure, speranze e solitudini. Sono puntini neri incastrati in un gioco perverso fatto di incomprensioni e allontanamenti.
Eppure non smettono di scommettere sulle seconde possibilità, sulla straordinaria capacità umana di rinascere dalle ceneri di un incendio improvviso. Si rialzano per cercare un nuovo equilibrio su una fune tesa sopra il dirupo dei dubbi. E tu, dal tuo punto di osservazione, li guardi, vorresti toccarli, interrogare le loro anime, conoscere i loro segreti, farti raccontare le loro storie.
“QUADRI D’ANIME SU SFONDO BIANCO” di Francesco Favata parla proprio di quei puntini che scorgi in lontananza. Narra vicende umane in cui rispecchiarsi e immergersi. Sulle pagine di questo romanzo non leggerai solo dei nomi, conoscerai persone vere che, travolte dalla forza indomabile delle montagne, intrecciano le loro vite, si influenzano a vicenda, cadono e si rialzano per riassemblare i cocci di ciò che è andato distrutto.
Francesco Favata, con uno stile di scrittura armonioso e accattivante, accorcia le distanze tra te, in cima alla tua montagna innevata, e quei lontani puntini neri che aspettano solo di essere letti per poter rinascere.